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La ministra della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, ha sottoscritto il 7 agosto l’accordo quadro con l’associazione delle banche italiane sulle modalità per la presentazione delle domande per l’anticipo del TFS/TFR. L’accordo attua il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 51 del 22 aprile 2020 del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 51 del 22 aprile 2020 che reca il regolamento in materia di anticipo del Tfs e del Tfr dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.

Poiché il TFR e TFS vengono versati al lavoratore parecchi mesi dopo l’effettiva cessazione del servizio, il legislatore ha previsto una soluzione alternativa che consiste nella possibilità di chiedere un prestito ad una banca, di importo fino a 45 mila euro, fruendo di un tasso agevolato che non dovrebbe superare l’1.5% e dovrebbe essere detraibile dalle tasse.

 

Come funzionerà?

In concreto, l’Inps, su richiesta dei dipendenti che hanno avuto accesso alla pensione, rilascia una certificazione del diritto all’anticipo, entro 90 giorni dalla data di presentazione delle istanze. Dopo aver ottenuto la certificazione, il pensionato potrà presentare la domanda alla banca, avendo cura di allegare la certificazione di cui sopra, la bozza di contratto debitamente sottoscritta e l’autocertificazione dello stato di famiglia. Il versamento dell’anticipo avverrà all’esito positivo della procedura di accertamento dei requisiti, da parte della banca, direttamente sul conto corrente indicato dall’interessato, entro 15 giorni.

 

Al momento però l’accordo non è ancora attuativo. Pareva infatti imminente la firma del Ministro dell’Economia e Finanze per poter consentire all’Inps di iniziare ad accettare le domande ma al momento non ve n’è notizia. Sarà comunque nostra cura aggiornarvi su ogni sviluppo.

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